L’azienda #Ballabio nasce nel 1905 da un uomo, Angelo Ballabio, e dal suo sogno: creare uno proprio spumante classico, con fermentazione in bottiglia, di sole uve Pinot Nero, capace di confrontarsi con i migliori Champagne dell’epoca.
Parlare oggi del fondatore è ricordare un uomo raro, conosciuto ed amato come uno dei pilastri della spumantistica Oltrepadana. Eclettica figura di autodidatta del vino, volle plasmare qualcosa di tutto suo, con connotazioni tali da emergere però dall’anonima massa della piccola produzione locale ancora priva di quella identità merceologica che il consumatore rigorosamente pretende.
A testimonianza di ciò nel 1907 nasce la SVIC (Società Vinicola Italiana di Casteggio): portabandiera nel mondo dell’ingegno e della capacità professionale del settore enologico italiano; la direzione viene affidata a Pietro Riccadonna, affiancato proprio da Angelo Ballabio.
Questa partnership dà i frutti sperati: nel 1910 ottengono il diploma con medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Bruxelles tenuta sotto l’alto patronato del Re del Belgio, ed in breve tempo il loro prodotto varcherà anche l’oceano: nel 1912 il cartello pubblicitario “Gran Spumante SVIC” è collocato, in maniera ben visibile, accanto alla Statua della Libertà di New York.
Un dolce sogno per tutto l’Oltrepò Pavese.
Con l’avvento della prima guerra mondiale la SVIC chiuse i battenti e i due giovani imprenditori si divisero: Angelo Ballabio a Casteggio e Pietro Riccadonna nel vicino Piemonte.
Successivamente l’esperienza di Angelo, unità all’apporto di nuove moderne conoscenze tecniche proveniente dal figlio Giovanni, che nel frattempo si era diplomato presso la scuola di Viticoltura ed Enologia Umberto I di Alba, saranno il trampolino di lancio di un’azienda che si avviava ad essere leader nel settore.
La fama dello spumante secco metodo champenoise dell’Az. Agricola Ballabio crebbe a tal punto che nel 1931 il principe Emanuele Filiberto, duca d’Aosta, che apprezzava le bollicine firmate Angelo Ballabio, lo nominò Provveditore delle Real Casa con autorizzazione a fregiarsi delle insegne ducali.
L’ attestato rappresenta il fiore all’occhiello tra le onorificenze che i Ballabio andavano collezionando in campo produttivo.
Angelo passò il testimone al figlio Giovanni che sino alla morte (1975) restò, per il territorio, il “medico condotto” del vino, ma soprattutto il fondatore del primo Consorzio Volontario Tutela Vini Tipici e Pregiati Oltrepò Pavese.
Non avendo figli però, Giovanni cercò un successore a cui affidare il suo sogno e, tra i tanti pretendenti, scelse un gruppo di imprenditori della zona; tra questi fu poi la famiglia Nevelli ad acquisire l’eredità di Ballabio.
Oggi l’azienda è guidata da Filippo e Alfio Nevelli, fratelli accomunati dalla passione e dallo spirito imprenditoriale, che hanno saputo incrementare la produzione senza mai scendere a compromessi con la qualità.
In questi anni la cantina è stata trasformata in una delle realtà più all’avanguardia del territorio, in grado di produrre vini che esprimono ed esaltano le caratteristiche naturali del terroir. Vedono la luce etichette nuove, che si ispirano alla tradizione tramandata da Ballabio, su tutte il “#Farfalla”, un Metodo Classico di sole uve Pinot Nero.
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