lunedì 3 settembre 2018

Il Grand Cru di Savagnin

Un monumento storico del Jura.

E’ reputato il più antico Château di Francia, come attestano i documenti conservati nel castello fin dal 1070.
Arlay non è stato mai né venduto né acquistato dall’anno della sua fondazione, fatto del tutto eccezionale.
Grazie alla fama conquistata nel tempo per la qualità eccelsa, i vini qui prodotti fanno parte dei “Grands Vins de France”.

Il terroir di Château d’Arlay deve la sua notevole fama anche alle caratteristiche del sottosuolo, precisamente marnoso e al fatto che i vigneti sono esposti totalmente a sud, una collocazione inconsueta per la regione.
Tutto questo permette di produrre vini che sono la migliore espressione del Jura, anche se il conte Alain de Laguiche, proprietario di Château d’Arlay, sottolinea che “nous élaborons d’abord du Château d’Arlay, et non un simple Côte du Jura”, ponendo l’accento sul concetto di “terroir” locale.

Château d’Arlay viene spesso citato come un “grand cru” del Jura e gode di una forte immagine di qualità sia in patria che all’estero; la storicità dei suoi vini è rafforzata dallo stile delle etichette, mai più variate dopo il 1917.

Tutte le vigne (21 ettari su terreni collinari) sono “vieilles vignes”, precisamente piantate nel 1953 e nel 1974: i vitigni coltivati sono Savagnin, Chardonnay e i rossi Trusseau, Pinot Noir (detto Norien) e Poulsard.
Le rese sono molto limitate, in media 30 Hl/Ha.
Viene praticata la viticoltura biologica e biodinamica sulla metà dei vigneti e “raisonnée”, in sostanza biologica, sull’altra metà.

I vini, compresi i bianchi, maturano in media 4 anni in vecchie botti di legno “ouillées” cioè colmate periodicamente per evitare l’ossidazione dovuta al contatto con l’aria, tranne che per il “Vin Jaune”, dove appositamente non si pone rimedio ai naturali cali di vino in botte.
Quest’ultimo (100% Savagnin) 👇 è caratterizzato da aromi ricchi e complessi, con un bouquet molto persistente.
Al naso sentiamo nocciole, noci, fichi, uva passa, funghi, tartufo e spezie dolci come il curry e lo zenzero.
In bocca è di una morbidezza disarmante, molto caldo e fresco, armonioso e raffinato, insomma per veri intenditori.

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