La famiglia #Champalou coltiva 21 ettari di #Chenin, nel comune di #Vouvray ma anche nei paesi limitrofi di #Vernou e #Rochecorbon.
Questa fa parte dell’associazione “Terra Vitis” ed ha ricevuto la certificazione “agricolture raisonnée” dal 2005; i metodi e le regole di comportamento seguono le tradizioni contadine di un tempo, in primis la scelta di associare il ritmo biologico della vigna a quello della luna.
In campagna si utilizza solo ciò che la natura offre, infatti durante l’anno viene applicata sulle viti polvere di talco e di calce, elementi naturali grazie ai quali si minimizza l’influenza negativa dell’umidità: eventuali trattamenti, se necessari, vengono effettuati con composti naturali e biodegradabili nel suolo.
Vouvray Brut 👇 è la versione spumantizzata dello Chenin, prodotto con il metodo tradizionale: le viti allevate in terreni argilloso-calcarei, producono uve che vengono raccolte a piena maturità e solo di mattina presto.
Il mosto fermenta in contenitori di acciaio inox; segue poi una permanenza sui lieviti prima della messa in bottiglia.
Infine le pratiche del metodo classico: rifermentazione degli zuccheri in bottiglia con presa di spuma che dona effervescenza naturale al vino, con lungo riposo sui lieviti di seconda fermentazione prima del dégorgement.
Giallo paglierino dal perlage fine e persistente, al naso è fresco e minerale, con note di mela verde e lievi sentori agrumati sul finale: in bocca si caratterizza per le belle sensazioni sapide, ben sostenute dalla vibrante acidità.
#vinievignaioli #Pellegrini #VouvrayBrut
venerdì 28 settembre 2018
mercoledì 19 settembre 2018
Barre à Mine
Blanc Fumé de Pouilly “Barre à Mine”
L’albero genealogico della famiglia Redde permette di tornare indietro nel tempo, ossia al 1630, anno nel quale François Redde era “vigneron” a Pouilly-sur-Loire.
La Moynerie è un’azienda di circa 42 ettari situata in una posizione privilegiata nel cuore di Pouilly-sur-Loire.
Thierry Redde, figlio di #MichelRedde, è oggi, il proprietario dell’azienda, e come i suoi predecessori sta conservando fedelmente le tradizioni ed il mestiere del vigneron.
Una parte dei vigneti è situata sulle magnifiche coste che dominano il fiume, a sud, i cui terreni argilloso-calcarei donano vini ricchi, armoniosi ed eleganti.
I restanti 15 ettari di vigneti si trovano, invece, nella zona di Saint Andelain, dove i terreni argilloso-silicei apportano mineralità e tipicità ai Pouilly Fumé.
Il “Barre à Mine” è l’ultima sfida di Michel Redde et Fils, frutto di un grande lavoro di recupero (sin dal 2009) dei terreni di una ex cava di silice, nei dintorni di Tracy-sur-Loire.
Questo Blanc Fumé de Pouilly è un vino fresco, minerale e sapido, che esprime totalmente il terroir di riferimento.
Le uve vinificano e affinano in legno per circa 18 mesi prima di essere messo in bottiglia.
Ha un colore giallo paglierino, con riflessi verdi.
I profumi sono minerali, iodati e speziati.
Al palato è perfettamente equilibrato, di medio corpo, con un finale persistente. 👇
#vinievignaioli #Pellegrini #PouillyFumé #Loira
L’albero genealogico della famiglia Redde permette di tornare indietro nel tempo, ossia al 1630, anno nel quale François Redde era “vigneron” a Pouilly-sur-Loire.
La Moynerie è un’azienda di circa 42 ettari situata in una posizione privilegiata nel cuore di Pouilly-sur-Loire.
Thierry Redde, figlio di #MichelRedde, è oggi, il proprietario dell’azienda, e come i suoi predecessori sta conservando fedelmente le tradizioni ed il mestiere del vigneron.
Una parte dei vigneti è situata sulle magnifiche coste che dominano il fiume, a sud, i cui terreni argilloso-calcarei donano vini ricchi, armoniosi ed eleganti.
I restanti 15 ettari di vigneti si trovano, invece, nella zona di Saint Andelain, dove i terreni argilloso-silicei apportano mineralità e tipicità ai Pouilly Fumé.
Il “Barre à Mine” è l’ultima sfida di Michel Redde et Fils, frutto di un grande lavoro di recupero (sin dal 2009) dei terreni di una ex cava di silice, nei dintorni di Tracy-sur-Loire.
Questo Blanc Fumé de Pouilly è un vino fresco, minerale e sapido, che esprime totalmente il terroir di riferimento.
Le uve vinificano e affinano in legno per circa 18 mesi prima di essere messo in bottiglia.
Ha un colore giallo paglierino, con riflessi verdi.
I profumi sono minerali, iodati e speziati.
Al palato è perfettamente equilibrato, di medio corpo, con un finale persistente. 👇
#vinievignaioli #Pellegrini #PouillyFumé #Loira
martedì 11 settembre 2018
La Rioja e il Nahi Bianco
Dall’alto della Sierra de Toloño, lo sguardo spazia sull’ampia valle della #Rioja, con il suo tappeto di vigneti che attornia il corso ondulato del fiume Ebro.
Al limite opposto della vallata, verso sud, appaiono le vette innevate della Sierra de La Demanda: è una regione magica, con le sue grandi montagne che proteggono dai freddi venti del nord; proprio ai piedi di queste montagne, su un versante caratterizzato dalla presenza di cespugli e grandi querce, si trovano i vigneti unici di #SierradeToloño.
A 650 metri di altitudine, le vigne si sviluppano sane su un terreno calcareo roccioso: un ambiente mediterraneo di alta quota che consente un lento processo di maturazione graduale delle uve, con il corretto accumulo degli zuccheri e la naturale conservazione dell’acidità.
Le vendemmie manuali si effettuano in ottobre, con i primi freddi autunnali, selezionando solo pochissimi grappoli.
In cantina la fermentazione avviene in piccoli contenitori; il vino successivamente affina in botti o in anfore, dove avviene un tranquillo processo di maturazione, scandito solo dai tempi naturali e dai gesti che la tradizione ha insegnato, con il fine ultimo di trasmettere al vino le sfumature del suo territorio, esprimendo così la sua origine.
Il Nahi è prodotto da vigne poste su terreni calcarei con strati rocciosi (“lastras”); si tratta di cinque microparcelle con viti di oltre 80 anni situate nell’area di Villabuena de Álava.
Le rese sono bassissime, meno di 500 grammi per pianta!!!
La coltivazione è biodinamica e biologica.
Elegante e complesso, con una tipica mineralità: 🔝🔝
#vinievignaioli #Pellegrini #Nahi #biodinamica
Al limite opposto della vallata, verso sud, appaiono le vette innevate della Sierra de La Demanda: è una regione magica, con le sue grandi montagne che proteggono dai freddi venti del nord; proprio ai piedi di queste montagne, su un versante caratterizzato dalla presenza di cespugli e grandi querce, si trovano i vigneti unici di #SierradeToloño.
A 650 metri di altitudine, le vigne si sviluppano sane su un terreno calcareo roccioso: un ambiente mediterraneo di alta quota che consente un lento processo di maturazione graduale delle uve, con il corretto accumulo degli zuccheri e la naturale conservazione dell’acidità.
Le vendemmie manuali si effettuano in ottobre, con i primi freddi autunnali, selezionando solo pochissimi grappoli.
In cantina la fermentazione avviene in piccoli contenitori; il vino successivamente affina in botti o in anfore, dove avviene un tranquillo processo di maturazione, scandito solo dai tempi naturali e dai gesti che la tradizione ha insegnato, con il fine ultimo di trasmettere al vino le sfumature del suo territorio, esprimendo così la sua origine.
Il Nahi è prodotto da vigne poste su terreni calcarei con strati rocciosi (“lastras”); si tratta di cinque microparcelle con viti di oltre 80 anni situate nell’area di Villabuena de Álava.
Le rese sono bassissime, meno di 500 grammi per pianta!!!
La coltivazione è biodinamica e biologica.
Elegante e complesso, con una tipica mineralità: 🔝🔝
#vinievignaioli #Pellegrini #Nahi #biodinamica
sabato 8 settembre 2018
Kaltern e Robert Parker
La pubblicazione (ed. 2018) dei punteggi di #RobertParker (Wine Advocate), ovvero del critico di vino più famoso del mondo, ha evidenziato risultati straordinari per l’Alto Adige.
L'azienda vinicola Tramin ha ottenuto 💯 #punti con il vino Epokale (Gewürztraminer 2009): è il primo produttore di vino altoatesino e la prima azienda vinicola d'Italia, al di fuori del Piemonte e della Toscana, a raggiungere un simile risultato!!
Non da meno #WineAdvocate ha anche dato una grande risonanza ai vini di #Kaltern con questo commento "..sono impressionato dalla qualita dei vini della Cantina Kaltern".
Ben #undici vini sono stati valutati con 90 e più punti!
Una citazione particolare per la nuova linea #Quintessenz e per il #kunst.stück #Kalterersee, che si sono posizionati tra i 93 e 95 punti. 👇👇👇👇
#vinievignaioli #CantinadiCaldaro #AltoAdige #vinidellago
L'azienda vinicola Tramin ha ottenuto 💯 #punti con il vino Epokale (Gewürztraminer 2009): è il primo produttore di vino altoatesino e la prima azienda vinicola d'Italia, al di fuori del Piemonte e della Toscana, a raggiungere un simile risultato!!
Non da meno #WineAdvocate ha anche dato una grande risonanza ai vini di #Kaltern con questo commento "..sono impressionato dalla qualita dei vini della Cantina Kaltern".
Ben #undici vini sono stati valutati con 90 e più punti!
Una citazione particolare per la nuova linea #Quintessenz e per il #kunst.stück #Kalterersee, che si sono posizionati tra i 93 e 95 punti. 👇👇👇👇
#vinievignaioli #CantinadiCaldaro #AltoAdige #vinidellago
giovedì 6 settembre 2018
Il Gegè è slow
VINO SLOW* 2019
Verdicchio di Matelica #Gegè 2015
*Bottiglia che, oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a condensare nel bicchiere caratteri legati a territorio, storia e ambiente.
L’attribuzione di questo simbolo implica l’assenza di diserbo chimico nei vigneti.
Il Vino Slow risponde anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenuto conto di quando e dove è stato prodotto.
#vinievignaioli #Cavalieri #Pellegrini
Verdicchio di Matelica #Gegè 2015
*Bottiglia che, oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a condensare nel bicchiere caratteri legati a territorio, storia e ambiente.
L’attribuzione di questo simbolo implica l’assenza di diserbo chimico nei vigneti.
Il Vino Slow risponde anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenuto conto di quando e dove è stato prodotto.
#vinievignaioli #Cavalieri #Pellegrini
lunedì 3 settembre 2018
Il Grand Cru di Savagnin
Un monumento storico del Jura.
E’ reputato il più antico Château di Francia, come attestano i documenti conservati nel castello fin dal 1070.
Arlay non è stato mai né venduto né acquistato dall’anno della sua fondazione, fatto del tutto eccezionale.
Grazie alla fama conquistata nel tempo per la qualità eccelsa, i vini qui prodotti fanno parte dei “Grands Vins de France”.
Il terroir di Château d’Arlay deve la sua notevole fama anche alle caratteristiche del sottosuolo, precisamente marnoso e al fatto che i vigneti sono esposti totalmente a sud, una collocazione inconsueta per la regione.
Tutto questo permette di produrre vini che sono la migliore espressione del Jura, anche se il conte Alain de Laguiche, proprietario di Château d’Arlay, sottolinea che “nous élaborons d’abord du Château d’Arlay, et non un simple Côte du Jura”, ponendo l’accento sul concetto di “terroir” locale.
Château d’Arlay viene spesso citato come un “grand cru” del Jura e gode di una forte immagine di qualità sia in patria che all’estero; la storicità dei suoi vini è rafforzata dallo stile delle etichette, mai più variate dopo il 1917.
Tutte le vigne (21 ettari su terreni collinari) sono “vieilles vignes”, precisamente piantate nel 1953 e nel 1974: i vitigni coltivati sono Savagnin, Chardonnay e i rossi Trusseau, Pinot Noir (detto Norien) e Poulsard.
Le rese sono molto limitate, in media 30 Hl/Ha.
Viene praticata la viticoltura biologica e biodinamica sulla metà dei vigneti e “raisonnée”, in sostanza biologica, sull’altra metà.
I vini, compresi i bianchi, maturano in media 4 anni in vecchie botti di legno “ouillées” cioè colmate periodicamente per evitare l’ossidazione dovuta al contatto con l’aria, tranne che per il “Vin Jaune”, dove appositamente non si pone rimedio ai naturali cali di vino in botte.
Quest’ultimo (100% Savagnin) 👇 è caratterizzato da aromi ricchi e complessi, con un bouquet molto persistente.
Al naso sentiamo nocciole, noci, fichi, uva passa, funghi, tartufo e spezie dolci come il curry e lo zenzero.
In bocca è di una morbidezza disarmante, molto caldo e fresco, armonioso e raffinato, insomma per veri intenditori.
#vinievignaioli #Pellegrini #vinjaune #savagnin #chateaudarlays
E’ reputato il più antico Château di Francia, come attestano i documenti conservati nel castello fin dal 1070.
Arlay non è stato mai né venduto né acquistato dall’anno della sua fondazione, fatto del tutto eccezionale.
Grazie alla fama conquistata nel tempo per la qualità eccelsa, i vini qui prodotti fanno parte dei “Grands Vins de France”.
Il terroir di Château d’Arlay deve la sua notevole fama anche alle caratteristiche del sottosuolo, precisamente marnoso e al fatto che i vigneti sono esposti totalmente a sud, una collocazione inconsueta per la regione.
Tutto questo permette di produrre vini che sono la migliore espressione del Jura, anche se il conte Alain de Laguiche, proprietario di Château d’Arlay, sottolinea che “nous élaborons d’abord du Château d’Arlay, et non un simple Côte du Jura”, ponendo l’accento sul concetto di “terroir” locale.
Château d’Arlay viene spesso citato come un “grand cru” del Jura e gode di una forte immagine di qualità sia in patria che all’estero; la storicità dei suoi vini è rafforzata dallo stile delle etichette, mai più variate dopo il 1917.
Tutte le vigne (21 ettari su terreni collinari) sono “vieilles vignes”, precisamente piantate nel 1953 e nel 1974: i vitigni coltivati sono Savagnin, Chardonnay e i rossi Trusseau, Pinot Noir (detto Norien) e Poulsard.
Le rese sono molto limitate, in media 30 Hl/Ha.
Viene praticata la viticoltura biologica e biodinamica sulla metà dei vigneti e “raisonnée”, in sostanza biologica, sull’altra metà.
I vini, compresi i bianchi, maturano in media 4 anni in vecchie botti di legno “ouillées” cioè colmate periodicamente per evitare l’ossidazione dovuta al contatto con l’aria, tranne che per il “Vin Jaune”, dove appositamente non si pone rimedio ai naturali cali di vino in botte.
Quest’ultimo (100% Savagnin) 👇 è caratterizzato da aromi ricchi e complessi, con un bouquet molto persistente.
Al naso sentiamo nocciole, noci, fichi, uva passa, funghi, tartufo e spezie dolci come il curry e lo zenzero.
In bocca è di una morbidezza disarmante, molto caldo e fresco, armonioso e raffinato, insomma per veri intenditori.
#vinievignaioli #Pellegrini #vinjaune #savagnin #chateaudarlays
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