venerdì 29 aprile 2016

Il Centenario di Mario Marchetti , Anteprima assoluta

Riserva Mario Marchetti Centenario 
Conero Riserva Docg Villa Bonomi 2013

Anteprima Assoluta, pre-guide ai vini 2017.

In uscita sul mercato a settembre.

#vinievignaioli #villabonomi #riservamariomarchetti #centenario #mauriziomarchetti


L'analisi sensoriale di Pedrotti Trento Doc

Ad ognuno il suo.
Viaggio visivo delle percezioni sensoriali nitide sui metodi classici (di montagna) di Pedrotti Trento Doc dal 1979.

#vinievignaioli 








lunedì 25 aprile 2016

Abbinamento a 🌟🌟🌟🌟🌟: Riserva 111 Pas Dosè e Tonno Rosso Pinna Blu

Questo non lo batte nessuno, infatti rappresenta l'emblema della bollicina di montagna non dosato, una delle grandi bolle d'Italia.

Riserva 111 è l’emblema della continuità e dell’unione tra un passato e un presente che non hanno smesso di interagire, e che si traducono in un unico concetto chiave e portante: la passione di famiglia. Questa è alla base di tutta la produzione Pedrotti Spumanti, che in questo Trentodoc viene elevata a simbolo grazie al suo nome: 111. 111 anni esatti tra l’anno di presentazione, il 2012, e il momento in cui il bisnonno Emanuele, nel 1901, percorreva i primi passi in un’avventura che oggi è diventata tradizione. 

1 1 1 a simboleggiare le diverse personalità dei tre discendenti che oggi hanno adottato queste tradizioni facendole proprie, con un unico comune obiettivo: la qualità attraverso la passione
Una produzione limitata a poche bottiglie, nelle quali è l’equilibrio a contraddistinguere la cuvée di Chardonnay e Pinot Noir senza dosaggio. 

I sei lunghi anni di affinamento sui lieviti nella quiete della grotta gli conferiscono una struttura e un carattere, che lo rendono adatto ad accompagnare il Tonno Rosso Siciliano Pinna Blu in crosta croccante (rif. ricetta sul sito di Pedrotti Spumanti Trento Doc).



venerdì 22 aprile 2016

Tonno Pinna Blu o Blue Fin

Questa specie è diffusa nelle acque tropicali, subtropicali e temperate dell'Oceano Atlantico, nel mar Mediterraneo e nel mar Nero meridionale. Non frequenta acque a temperature inferiori ai 10 °C.
Frequenta soprattutto le acque al largo e si avvicina alle coste solo in determinati periodi (diversi da luogo a luogo) ed in determinati punti, di solito nei pressi di isole o promontori

A causa della pesca intensiva è a rischio di estinzione e rientra nella lista rossa di Greenpeace, che segnala le specie marine più sensibili sconsigliandone il consumo.

Ha corpo massiccio, fusiforme, con peduncolo caudale sottile, provvisto di 7-10 paia di pinnule e di una carena longitudinale. Le pinne dorsali sono due, ravvicinate, la prima abbastanza lunga ed alta nella parte anteriore, la seconda triangolare, breve e simmetrica alla pinna anale. Le pinne pettorali sono corte (nell'affine alalunga sono invece molto lunghe); le pinne ventrali sono corte. La pinna caudale è ampia e falcata. Le pinne pari e le ventrali durante il nuoto sono tenute chiuse ed alloggiate all'interno di incavature, permettendo al pesce di mantenere un profilo perfettamente idrodinamico. I denti sono piccoli ma disposti in tutta la bocca. Le scaglie sono molto piccole, ma coprono tutto il pesce.
Il colore è blu acciaio scuro sul dorso, talvolta quasi nero. Il ventre ed i fianchi sono bianco-argentei, talvolta con macchie più chiare indistinte nella parte inferiore. Le pinnule sono gialle, le altre pinne grigie, tranne la seconda dorsale che è rosso-bruna.
Si tratta di uno dei più grandi pesci del Mediterraneo: supera i 3 metri di lunghezza e si registra il record di un esemplare pesante 725 chilogrammi.

La deposizione delle uova avviene nel periodo estivo in acque leggermente più vicine alle coste rispetto a quelle frequentate negli altri periodi. Le uova sono pelagiche, così come le larve, che nei primi stadi portano alcune lunghe spine sull'opercolobranchiale. L'accrescimento è rapidissimo: ad un anno il pesce misura circa 70 cm e pesa da 3 a 5 kg. L'animale raggiunge la maturità sessuale a 2-4 anni, quando è lungo circa 1 m e pesa non meno di 15 .k

I tonni passano da una fase erratica, durante la quale si muovono in piccoli gruppi poco densi, composti di pesci della stessa taglia, per poi riunirsi, in gruppi più fitti, durante la fase gregaria, che coincide con l'inizio della stagione riproduttiva. In questo momento i tonni migrano verso le aree di riproduzione in banchi numerosi. Le migrazioni dei tonni tendono a passare dagli stessi luoghi e negli stessi periodi, consenteno quindi l'installazione di impianti fissi di pesca che prendono il nome di tonnare.

I tonni rossi vivono la maggioranza della vita nell'Atlantico settentrionale, in primavera però si riuniscono in grandi gruppi e migrano verso il Mediterraneo dove si riproducono (detti '''tonni di andata'''), in autunno tornano nell'oceano ('''tonni di ritorno'''). Durante questo viaggio non mangiano e perciò le carni dei tonni di entrata sono più grasse e gustose di quella dei tonni di uscita, per questo la pesca avviene soprattutto in tarda primavera, quando cioè è possibile catturare esemplari la cui carne ha un maggiore valore commerciale. In realtà pare però che non tutti i tonni migrino, sembra infatti che esistano anche delle popolazioni stanziali sia in Mediterraneo che in Atlantico, quelle mediterranee d'inverno tendono ad inabissarsi .

Questo pesce ha un'enorme importanza commerciale e viene insidiato con una miriade di tecniche, come la tradizionale mattanza nella tonnara, le reti da circuizione, i palamiti e la fiocina. I pescatori sportivi lo catturano a traina o a drifting (pesca con esche naturali a barca ferma).
La sua carne è molto ricercata, in special modo dai giapponesi per preparare il sashimi ed il sushi. Data la scarsità della materia prima ed il suo prezzo, solo poche aziende artigianali usano le carni del tonno rosso per la conserva sott'olio tradizionale. A volte viene sostituito con specie congeneri, come il più economico e meno pregiato tonno pinna gialla [5]. Le sue carni sono molto nutrienti (100 grammi di parte edibile contengono il 23,3% di proteine e il 4,9% di grassi[6]). La parte più pregiata è la cosiddetta ventresca, prodotta con la regione attorno alla cavità addominale del pesce.





giovedì 21 aprile 2016

FINE JdC "DAVID HERVÉ SELEZIONE NOIR"

Il grande classico del bacino di Marennes Oléron. La Fine cresce in mare per 3 anni. Poi viene affinata nelle claires per il tempo necessario alla caratterizzazione del frutto e del gusto. 

Infine vengono selezionate le migliori per Jolanda de Colò. La conchiglia è ben formata, il frutto è poco polposo ma di ottima consistenza, sapido ma con equilibrio, persitenza lievemente vegetale.


Calibro 1-2-3-4. Indice di riempimento: 14-18%. 


SPECIALE JdC "DAVID HERVÉ SELEZIONE NOIR"

'Dalla bassa densità nelle claires nasce la Speciale. Prodotto affinato con meno di 10 ostriche per m2 per donare il nutrimento necessario e raggiungere il calibro desiderato. 

Solo le migliori ostriche vengono selezionate per Jolanda de Colò. La conchiglia è spessa, la polpa è generosa, croccante, con un gusto vegetale e dolce alla fine.
Calibro 1-2-3-4. Indice di riempimento: 14-18%. 



SELECTION JdC "DAVID HERVÉ SELEZIONE NOIR"

La Selection rappresenta il massimo dell’ostricoltura europea e viene selezionata con parametri rigidissimi, trasferita nei parchi in mare e poi nelle claires per essere lavorata a bassissima densità e per ricevere il massimo nutrimento. 

Solo gli esemplari più belli vengono selezionati per Jolanda de Colò. La conchiglia è eccezionalmente dura e spessa, la madreperla all’interno è pressochè perfetta, il frutto è carnosissimo e sprigiona dolcezza, vegetalità e note persistenti di frutta secca. 

Calibro 1-2-3-4. Indice di riempimento: vicino al 18%. 



POUSSE EN CLAIRE, IL MASSIMO DELL'OSTRICULTURA by DAVID HERVÈ

Prodotto plurimedagliato a Parigi nella sua categoria. 

È il prodotto top di gamma del consorzio Marennes Oleron ed ha ottenuto anche il mar- chio “Label Rouge”. A differenza degli altri prodotti, quest’ostrica viene coltivata nelle claires e lavorata ad una densità inferiore alle 2 ostriche per m2. 

Il risultato è una conchiglia perfetta, una carnosità fuori dal comune ed un gusto dolce, persitente e con piacevolissime note di nocciola. 

Calibro: 2-3. Indice di riempimento: vicino al 18%.  








Damilano e il cinema

lunedì 18 aprile 2016

La Riserva Cru di Damilano

Barolo Cannubi “1752” Riserva 
Con la vendemmia 2008 nasce, quando la famiglia finalmente realizza il suo sogno: diversificare la produzione di questo cru.
"1752” nasce dalla passione per la vigna e dalla convinzione che questa, in particolare, rappresenti l’essenza di Cannubi.
Per questo ‘1752’ viene concepito fin dalla vendemmia come Riserva e l’azienda ha atteso l’apertura della prima bottiglia per ben 7 anni.
La sua storia inizia quando la famiglia Damilano decide divalorizzare ulteriormente il nucleo storicodel suo vigneto CANNUBI, situato nella parte più alta e centrale della collina. 
Si tratta di una piccola porzione piantata con viti di Nebbiolo che oggi hanno un’etàtra i 30 e 50 anni. 
Il diradamento qui è ancora più severo e la resa di uva/ettaro arriva solo a 40 quintali. 
L’uva raccolta da queste poche viti fermenta in cantina per 20 giorni a temperatura controllata e successivamente,rimane a contatto con la buccia per altri 30 giorni.Il vino resta poi per 60 mesi in un’unica botte da 50 ettolitri e infine, per permettergliun affinamento ideale, riposa ulteriori 24 mesi in bottiglia.Il risultato sono soli 6000 esemplari che si presentano, non a caso, in un raffinato packaging “vintage” persottolineare la cultura, la tradizione e la sapienza di una terra che il mondo invidia alle Langhe: il Cannubi!!

#vinievignaioli#damilano#cannubi




Cannubi, il Cru delle Langhe per antonomasia

La collina Cannubi è particolarmente vocata per la produzione di Barolo. 
La bottiglia più antica, con la scritta Cannubi risale al 1752 ed è conservata a Bra presso la famiglia Manzone... praticamente il Barolo non era ancora nato che il Cannubi esisteva già!
Questa preziosa collina si trova ai piedi del paese di Barolo e si allunga lungo la strada che porta ad Alba, terminando dolcemente quasi davanti alla cantina Damilano.
Nella sua Guida ai Vini del Piemonte Renato Ratti scrive nel 1977 “nel comune di Barolo vi è una posizione di eccezionale completezza (localizzata, collina lunga e gradualmente crescente, al centro della valle che divide le due grandi sottozone) dove i terreni di tipo Elveziano e Tortoniano si uniscono e si confondono....” .
Precisamente si tratta infatti dell’unica zona, nell’intero comprensorio della produzione del Barolo, nella quale si uniscono e si confondono terreni Tortoniano, Serravalliano e Marne di S. Agata Fossili di epoche geologiche diverse. 
Sono suoli poco evoluti, costituiti da marne argillose grigio-biancastre in superficie.
E molto infatti del segreto di Cannubi è nei suoi suoli unici,formatisi circa 10 milioni di anni fa, che ad un esame fisico rivelano un’elevata quantità di sabbia fine (elemento fondamentale di fertilità e scioltezza del terreno), associata ad un elevato tenore di calcare con importanti tracce di ossido di magnesio e manganese che lo rendono adatto alla produzione di vini di distinguibile finezza.Inoltre l’esposizione quasi interamente a sud-sud/est e l’altitudine (la sommità della collina tocca quasi i 300 m slm e supera per altitudine anche la piazza principale di Barolo) costituiscono due ulteriori caratteristiche di eccellenza per la coltivazione della vite e la perfetta maturazione dei grappoli, specialmente quelli del Nebbiolo che vengono raccolti a ottobre inoltrato.
La parte storica della collina di Cannubi si estende per 15 ettari.
Due di questi sono di proprietà della famiglia Damilano dal 1935, ai quali si sono aggiunti altri 8 ettari in affitto nel 2008 e che saranno gestiti dall’azienda almeno fino al 2027. 
Le viti hanno tutte un’età media tra 30 e 50 anni.
E’ da questa preziosa porzione di collina, a sua volta suddivisa a livello agronomico dall’azienda in 20 micro aree, la famiglia Damilano produce e mette in bottiglia i suoi crus portabandiera: il Barolo Cannubi e il Barolo Cannubi “1752” Riserva.

UN'ESCLUSIVA VINI&VIGNAIOLI PER PU
#vinievignaioli #damilano #cannubi



















L'Ortice di Paolo

Paolo Cotroneo, il creatore di Fattoria La Rivolta, dopo l'eccellenza da Flos Olei 2016, al primo tentativo, ottiene Due Foglie Rosse (su tre) dalla Guida Oli d'Italia 2016 del Gambero Rosso con il suo straordinario EVO ORTICE FATTORIA LA RIVOLTA.
#fuoridallaterradeifuochi #fattorialarivolta











sabato 16 aprile 2016

Gabriele Pagliari

Anteprima Pagliari , Viticoltori in Montefelcino dal 1968

BIANCHELLO DEL METAURO SUPERIORE
Denominazione di Origine Controllata 
" IL SUPERIORE " 2015

#vinievignaioli #selezioni2016